Stoner – John Williams

TITOLO: Stoner

AUTORE: John Williams

EDITORE: Fazi Editore

PREZZOCartaceo 16,75 €

PAGINE: 332

“Non era una passione della mente e nemmeno dello spirito: era piuttosto una forza che comprendeva entrambi, come se non fossero che la materia, la sostanza specifica dell’amore stesso. A una donna o a una poesia, il suo amore diceva semplicemente: Guarda! Sono vivo!

Cari amici lettori oggi torno sul blog per parlarvi di un romanzo che mi ha conquistata sin dalle prime pagine. Si tratta di “Stoner”, di John Williams, libro pubblicato nel 1965, ma che ottenne la giusta fama solo molti anni dopo. In Italia uscì per Fazi Editore nel 2012 e riscosse subito un grande successo. Si tratta del terzo romanzo di John Williams, autore che vinse il National Book Award nel 1973 con “Augustus“.

“Stoner” non è un’autobiografia, ma è interessante notare come il protagonista del romanzo, William Stoner, abbia diversi tratti in comune con l’autore dal quale ha preso vita. Come Williams, infatti, anche Stoner ha origini umili, è figlio di contadini, studia presso l’università del Missouri e diventa professore universitario.

Il romanzo è completamente incentrato sulla narrazione della sua vita. Nato nel 1891 nel piccolo paesino rurale di Booneville, Stoner ha una famiglia povera, che ha già predisposto per lui un futuro da contadino.

Dopo aver frequentato due anni di Agraria, il giovane si innamora della letteratura e decide di cambiare facoltà. Il giorno della sua laurea in Lettere, Stoner rivela ai genitori che non ha più intenzione di tornare in fattoria con loro e che intende proseguire gli studi per diventare insegnante. Così William Stoner, entrato all’università del Missouri a 19 anni, vi rimarrà per tutta la sua vita. Sullo sfondo scorrono le vicissitudini dell’America della prima metà del ‘900: dalla prima guerra mondiale alla grande depressione, dalla seconda guerra mondiale al lento ritorno alla normalità.

Il protagonista concepisce l’università come uno strumento per rendere completi gli uomini. Non smette mai di studiare e svolge il suo lavoro con grande passione per anni, nonostante le difficoltà che si trova ad affrontare, sia a livello personale che lavorativo. La vita, infatti, non sarà mai clemente con lui: il rapporto freddo e distaccato con i genitori, la morte in guerra dell’amico Masters, un matrimonio sin da subito rivelatosi infelice, la difficoltà nel rapportarsi con l’amata figlia Grace, gli intralci sul lavoro. Tutta l’esistenza di Stoner non è altro che una lunga sopportazione di ciò che gli accade intorno. L’infinita resilienza che sempre dimostra pare arrivargli proprio dai libri e dallo studio.

“…Sentì riaccendersi la vecchia passione per lo studio e l’apprendimento.

Con la curiosità e l’entusiasmo infaticabile dello studente, la cui condizione è sempre senza età, tornò all’unica vita che non l’aveva mai tradito.

E scoprì che non se n’era mai allontanato, neppure al culmine della disperazione”.

Quel che balza all’occhio sin dalle prime pagine è la stoica pazienza di Stoner. Il suo lavoro, che è anche la sua più grande passione, si rivela più volte salvifico per lui, soprattutto durante i lunghi periodi di crisi con la moglie. Subito dopo il matrimonio con Edith, giovane e bella ragazza di buona famiglia, appare chiaro a Stoner che la loro relazione non funziona e che è destinata a fallire. Nonostante ciò egli continuerà per tutta la vita a sopportare i comportamenti della moglie, anche quando quest’ultima allontanerà Stoner dall’amatissima figlia. La quotidianità familiare del protagonista è un vero disastro e, come se non bastasse, in facoltà non gli vengono mai riconosciuti i giusti meriti, il suo impegno non è mai ripagato.

L’unico punto di luce e spensieratezza nella sua vita sembra arrivare, alla soglia dei quarant’anni, con Katherine, una collega che diverrà sua amante. Solo allora Stoner si renderà conto di provare sentimenti profondi per qualcuno e che il vero amore non è quello triste e monotono che condivide da anni con Edith. Anche questa parentesi felice è destinata però a terminare bruscamente.

La vita di Stoner sembra costellata da avvenimenti che deve subire. Egli appare completamente inerte e accondiscendente tra le mura domestiche, non si ribella mai. Non mi sento di poter giudicare il suo comportamento, la sua inerzia, anche se per certi versi mi ha fatto un po’ innervosire. L’unica critica che credo sia giusto fare a Stoner è che forse avrebbe potuto fare quel tanto in più nei confronti della figlia. John Williams narra una storia assolutamente normale. Tra le pagine di “Stoner” non ritroviamo una trama ricca di azione, ma la narrazione pura e semplice della vita di un professore universitario.

Per quarant’anni Stoner non si allontanerà mai da casa e dall’università in cui lavora. L’autore descrive con precisione e senza mai annoiare ogni sfaccettatura della vita del protagonista, un’esistenza tanto normale e piatta, quanto sincera e speciale. Il lettore comprende l’inerzia della vita di Stoner, eppure si appassiona a quel vissuto e resta incollato al testo fino all’ultima pagina.

Questo accade perchè l’autore, nonostante la scarsa azione, riesce a trattare con grande precisione e sensibilità un’infinità di temi alla base della vita di ciascuno. Si parla infatti di amore, amicizia, incertezza verso il futuro, legame con le nostre radici, guerra, morte, senso della vita. Tutte queste grandi tematiche si sviluppano, per tutta la durata del romanzo, accompagnate da un unico grande tema centrale: l’amore per la letteratura, l’insegnamento e il sapere. Sarà proprio questo il vero unico appiglio per Stoner, ciò che gli darà sempre la forza necessaria per superare ogni difficoltà, fino al suo ultimo giorno di vita.

Pubblicato da thegiulybox

Mi chiamo Giulia e sono una ragazza di 27 anni con una grande passione per la lettura e per la musica. Nella vita sono un'ostetrica. Nel 2019 ho finalmente deciso di aprire questo blog, dopo tanti ripensamenti e tante paure, per poter dire la mia su ciò che leggo e per scambiare idee e consigli con altri amanti dei libri.