TITOLO: Il gatto di Depero
AUTORE: Milka Gozzer
EDITORE: Independently published
PREZZO: cartaceo 14,89€ – ebook 7,99€
PAGINE: 212
Oggi partecipo al blog tour organizzato da LCS (Ultime dai libri) e ospito sul mio blog la terza tappa di questo tour, in cui parleremo di Fortunato Depero.
Sei tappe e sei giorni per scoprire di più sul nuovo romanzo di Milka Gozzer, Il gatto di Depero. Seguiteci in questo blog tour che vi farà viaggiare, portandovi indietro nel tempo in una Rovereto di inizio Novecento, facendovi immergere nell’arte e nella vita del genio futurista che era Fortunato Depero e del suo artigiano Mario Nicoluzzi. Scoprite il rapporto di stima e amicizia che c’era fra i due uomini e soprattutto perché fu proprio un gatto a porvi fine! Se vi piacciono i romanzi storici con un narratore e un punto di vista molto particolari, allora restate con noi fino alla fine, perché “Il gatto di Depero” è il romanzo che fa per voi!
Chi è Fortunato Depero? Impossibile definirlo con un singolo termine. Se vivesse oggi, sarebbe un potente influencer capace di incantare milioni di persone. Depero, che ha cominciato a fare arte cent’anni fa, era, come tutti i geni che si rispettano, un anticipatore, un visionario, un precursore di correnti e di tendenze del quotidiano pubblico e privato.
Non solo pittore astrattista e futurista quindi, ma anche designer, grafico, scenografo, scrittore, architetto, scultore… Depero detestava le gabbie. L’arte, secondo lui, doveva servire a rendere il mondo migliore. Durante la sua carriera, funestata dalle guerre mondiali e da disastri come il crack finanziario del 1929, Depero lavora quasi sempre in bolletta, a volte ai limiti dell’indigenza come poco prima della sua morte nel novembre del 1960.
Era nato nel 1892 in un villaggio del Trentino, in una valle oggi rinomata per i suoi campi di mele. Il padre, guardia carceraria, fu trasferito a Rovereto dove Fortunato frequenta la scuola Elisabettina. Ma la vita di provincia gli sta presto molto stretta. E così, a piedi e senza soldi, parte da Rovereto diretto a Roma dove giunge affamato, infreddolito e vestito di stracci.
Ma la sua arte parla. I suoi lavori suscitano immediato interesse a Roma, a Milano, poi a Parigi e a New York. Depero è sempre stato un artista munifico, infaticabile, impegnato a lavorare notte e giorno senza mai risparmiarsi. Regalava con generosità le sue opere, spesso era costretto a barattarle in cambio di una cassetta di legna per scaldarsi o un piatto di cibo per sfamare sé e la sua inseparabile compagna, Rosetta.
Quando Depero la incontra e se ne innamora, non ha neanche vent’anni. Scappano insieme. Non è un fuoco di paglia di gioventù, ma una passione e un amore con la A maiuscola che durerà per sempre. Alcuni passaggi delle loro lettere infuocate sono riportati nel romanzo “Il gatto di Depero”. Si può dire che l’Arte e Rosetta sono stati il punto fermo di un genio visionario, peraltro incapace di fermarsi, ansioso di esplorare nuove frontiere oltre le quali esprimersi. Semplicemente, per creare.