TITOLO: Costanza e buoni propositi
AUTORE: Alessia Gazzola
EDITORE: Longanesi
PREZZO: cartaceo 18,60€ – e-book 9,99 €
PAGINE: 280
Tutto avrebbe pensato, ma non di fare la paleopatologa dopo la laurea in medicina. Non di vivere a Verona, così distante da Messina, la sua casa, avere una figlia piccola a carico, la buffa Flora. Rintracciare il padre della suddetta figlia dopo diversi anni, di trovarlo affascinante come quando l’aveva conosciuto e di scoprirlo perfetto con Flora, non di provare ancora qualcosa per il suddetto padre. Non di poter vantare una discreta collezione di situazioni ed esperienze imbarazzanti.
La vita di Costanza Macallè può dirsi, insomma, abbastanza travagliata. Eppure la trentenne dai capelli rossi ribelli e con il cappotto troppo leggero per l’inverno del Nord può contare su pochi ma buonissimi assi nella manica che la aiutano ad affrontare giorno dopo giorno le sfide della vita. I colleghi dell’Istituto di Paleopatologia, la sorella Antonietta, un’innata capacità di rialzarsi a ogni caduta, la consapevolezza di poter contare sulle proprie forze e l’ostinata determinazione di chi sa cavarsela anche con poco.
Perché l’importante è avere sempre buoni propositi. La nuova vita che Costanza ha appena iniziato a costruire potrebbe, però, essere sul punto di cambiare un’altra volta. Il lavoro di medico è ancora in cima alla sua lista dei desideri e Marco, il padre di Flora, è ancora in procinto di sposarsi. Costanza dovrà quindi confrontarsi con importanti decisioni da prendere, cuori poco inclini ad ascoltare il cervello e un sito archeologico milanese che porta alla luce un incredibile mistero dal passato medievale della città. E soprattutto con la possibilità che, in fondo, quei buoni propositi siano solo illusioni.
Finalmente è tornata la straordinaria penna di Alessia Gazzola e finalmente ho ritrovato tra le pagine la sua Costanza Macallè. “Costanza e buoni propositi” è il dodicesimo libro della Gazzola e il secondo che vede come protagonista la rossa Costanza, che avevamo imparato a conoscere e apprezzare in “Questione di Costanza”, uscito lo scorso anno. Questo secondo romanzo dedicato al medico di Messina che deve reinventarsi paleopatologa a Verona, torna con tutti i temi principali che avevamo visto già nel precedente, ma con numerose novità. Prima tra tutte l’ambientazione che, come la magnifica copertina preannuncia, si sposta in parte a Milano.
Mentre il primo libro ha visto il trasferimento di Costanza dalla sua bella Sicilia alla fredda e nebbiosa Verona, in “Costanza e buoni propositi” la protagonista è ancora stanziata a Verona, ma il caso che dovrà seguire sul lavoro la porterà più volte a Milano. Milano, oltre a essere per Costanza “la Londra che posso permettermi” è anche la città dove vive Marco, il padre di sua figlia Flora. Tornano quindi tutti i personaggi che avevamo imparato a conoscere e amare nel primo libro: Flora, Antonietta, Marco, Federica e i colleghi di Costanza. Come l’autrice stessa ha specificato nelle note al termine del libro, questo secondo romanzo della serie di Costanza è ambientato nel 2020. Poichè però la finalità del libro è quella di divertire e far passare un pò di tempo spensierato, il covid non trova spazio nella narrazione.
Costanza si ritrova nuovamente nell’istituto di paleopatologia di Verona insieme ai suoi colleghi, ha appena concluso e risolto il caso di Biancofiore che aveva interessato tutto il primo libro ed è alle prese con un nuovo ritrovamento che avviene questa volta in una chiesa di Milano. Il caso porterà alla luce la storia terribile di due donne, Bernarda e Andreola Visconti, vissute a cavallo tra il 300 e il 400. Le due cugine furono lasciate morire di fame e di stenti dal padre di Bernarda, perchè colpevoli di adulterio. Come nel precedente “Questione di Costanza”, anche qui c’è un caso storico autoconclusivo che Costanza deve risolvere insieme al suo team. Le pagine che narrano la vita di Costanza si intervallano a quelle del caso medievale. Proprio il caso storico inoltre svelerà l’esistenza di un’impostora, rendendo la trama ancora più avvincente e insolita.
Tornando ai giorni nostri invece, Costanza vive ancora con la saggia sorella Antonietta e con la simpatica e buffa figlia “treenne” Flora. Cosa è cambiato dal primo libro? Beh molte cose direi, a partire dal fatto che Marco ha deciso di riconoscere Flora come sua figlia e di darle il suo cognome. Marco vive con la futura moglie Federica a Milano, decide di prendersi le sue responsabilità di padre e di raccontare a Federica e a suo padre delle avventure fedifraghe di Malta, da cui è nata Flora. La piccola pare accettare subito la nuova condizione, si trova bene con il padre e, purtroppo per Costanza, anche con la “seconda mamma” Federica. Quest’ultima, tra l’altro, pare la donna precisa e perfetta che Costanza non sarà mai.
Continuano infatti i tentativi di Costanza di essere una madre modello (ma il “Montessori flagellami” è sempre dietro l’angolo) e una donna che riesce a gestire al meglio lavoro e famiglia. Quel che però sembra trovare conferma in ogni pagina del libro è che Costanza non ce la può fare. E’ semplicemente imperfetta e proprio per questo meravigliosamente normale. L’imperfezione della protagonista è, a mio avviso, uno dei punti di forza di questa storia, perchè tutti possiamo ritrovarci in parte in Costanza.
I temi della maternità imperfetta, del piano B lavorativo, della nostalgia per la Sicilia, della gelosia nei confronti di Federica, sono semplicemente reali. I buoni propositi che ogni volta Costanza pare prefiggersi e che immancabilmente poi non riesce a rispettare sono un pò quelli di ognuno di noi. Costanza è imperfetta, come tutti noi! Nonostante tutto cerca di arrivare alla fine della sua giornata lottando con le unghie e con i denti, torna a casa e si coccola Flora.
Quel che cambia rispetto al primo libro su Costanza è che la protagonista pare ambientarsi meglio a Verona e in istituto. Inizia anche ad appassionarsi al suo nuovo lavoro di paleopatologa, dimostrando di essere preparata e disposta ad apprendere nuove cose. Nonostante questo non smetterà di cercare l’occasione per poter svolgere il suo vero lavoro di anatomopatologa altrove.
Chi mi conosce sa bene che ho un debole per la scrittura di Alessia Gazzola. Attendo sempre con un misto di ansia e gioia immensa l’uscita di ogni suo libro. La Gazzola riesce sempre a sorprendermi, a divertirmi e farmi passare qualche ora di svago, ma allo stesso tempo sa insegnare ed emozionare. Ho amato tutte le sue eroine, da Alice a Emma, da Lena a Costinz. Devo dire che, anche se un personaggio amatissimo e ormai famoso come Alice Allevi è molto difficile da dimenticare, Costanza riesce a farsi apprezzare molto. In questo secondo libro “Costanza e buoni propositi” mi sono ulteriormente affezionata a lei.
Devo ammettere però che in alcuni momenti, soprattutto quando fa danni o sembra sulle nuvole, il ricordo di Alice è subito dietro l’angolo. In “Costanza e buoni propositi” ho apprezzato particolarmente la storia medievale, raccontata benissimo e nei dettagli, mai noiosa e molto avvincente. Il fatto che la Gazzola scelga sempre protagoniste femminili, anche per le storie ambientate nel passato, riesce a coinvolgermi molto e a creare ulteriori agganci tra la storia medievale e quella che le sorelle Macallè vivono nel presente.
Mi è piaciuto molto il rapporto tra Costanza e Antonietta e quello tra Costanza e Flora. I temi della maternità imperfetta e del rapporto tra sorelle sono infatti trattati con attenzione, creando sempre siparietti divertenti, ma con una morale ben precisa. Altra nota positiva assolutamente per la copertina e per il titolo che anche questa volta gioca con il nome della protagonista. Ho amato tantissimo il finale, ma…no spoiler! Devo trovare qualcosa di negativo in questo libro? E’ troppo corto e adesso mi ritrovo ancora una volta ad aspettare un nuovo romanzo di Alessia Gazzola.
VOTO: 4,5/5
CITAZIONI:
“Ma i buoni propositi, si sa, hanno vita difficile negli animi incostanti.”