TITOLO: Boccioli di rose
AUTORE: Maria Cristina Pizzuto
EDITORE: PubMe
PREZZO: cartaceo 12,00€ – e-book 1,99 €
PAGINE: 84
Copia omaggio offerta dall’autore
Il libro presenta la vita interpretata dagli occhi di una ragazza anoressica, sotto molteplici aspetti della quotidianità. Si alternano stralci di riflessioni, pensieri, emozioni, e paragrafi in cui lei descrive come uscire da quei meccanismi della mente, e dunque, con l’andar del tempo, in che modo venire fuori dal tunnel dell’anoressia.
Questo libro è un’autobiografia scritta nella forma del diario. L’autrice, con coraggio e sincerità offre ai suoi lettori la sua esperienza e lo fa per essere utile agli altri. “Boccioli di rose” narra infatti la vita complicata e sofferta di una ragazza che soffre di anoressia, descrive il suo viaggio per la guarigione e raccoglie tutti i pensieri che passano per la testa di chi è affetto da questa terribile patologia.
In questo libro l’autrice ha due differenti metodi di scrittura. Alterna brevi parti in cui nel presente spiega e introduce un argomento, un evento o un momento della sua vita, a passi più lunghi che sono un vero e proprio flusso di pensieri provenienti dalla sua esperienza. Questo diario, scritto in un momento così duro e complesso, messo alla prova dall’anoressia, diviene romanzo per aiutare gli altri e per trattare un tema centrale per la nostra società. I disturbi alimentari, un tempo poco studiati e scarsamente considerati, oggi sono più centrali sia in medicina che, in generale, nella società.
Molti libri e molte storie narrano di anoressia, bulimia, ma anche obesità e binge eating. Proprio pochi giorni fa ho terminato la lettura di “Non superare le dosi consigliate”, un libro che tratta argomenti molto simili. In “Boccioli di rose” quel che cambia è lo stile di scrittura e la scelta dell’autrice di narrare i fatti nella forma del diario. In alcuni passi vari argomenti vengono in parte buttati sulle pagine in modo caotico. Con ciò sicuramente l’autrice rende bene l’idea della confusione e del senso di vuoto che ha provato durante la malattia.
Ho apprezzato molto il coraggio dell’autrice e la sua voglia di gridare al mondo per poter essere di aiuto a qualcuno che ha o ha avuto il suo stesso problema. Quel che non ho particolarmente amato di questo scritto è la scelta stilistica del diario, che però comprendo, perchè rende bene il flusso di pensieri.
VOTO: 3/5
CITAZIONI:
“Per me la morte o lo svenimento erano mezzi per essere ascoltata e coccolata, ma la situazione di distacco creata dalla mia fantasia era simile alla reazione che avrebbe provocato quel gesto nel mondo reale.”
“Non posso provare gioia finchè non riuscirò a uccidere la bufera che si cela in me. […] Come ho fatto a ridurmi così?”
“Non voglio essere aggressiva, nè tanto meno ferire gli altri, poichè conosco il dolore inflitto dalle parole: sono più taglienti di una lama affilata:”
“In realtà le anoressiche hanno una fame continua che viene saziata attraverso la vista e non tramite cose concrete.”